La quinta generazione di rete radiomobile cellulare porta una grande innovazione rispetto al 4G sia rispetto alla massima velocità di download possibile (da 10 a 100Gbps) e soprattutto di massima latenza che diventa dell’ordine di 1ms.
Altra importate novità della rete 5G sarà la capacità di poter gestire in modo dinamico tre diverse tipologie di traffico:
1- Alta bit rate per servizi video e di realtà aumentata: il video è sempre più motore di cambiamento sia a livello di intrattenimento (ingresso Netflix, Amazon Prime Video, …)
2- Contenuti a bassa bit rate legati al risparmio energetico per sensori distribuiti su grande scala (IoT)
3- Bassa latenza e alta affidabilità indispensabile per servizi quali trasporti e automotive e guida
Questi aspetti sono indispensabili alla terza fase di sviluppo di Internet caratterizzata sempre più dalla possibilità di connessione “dovunque” per accesso di dispositivi mobili sempre più evoluti e adozione di banda ultra larga.
Quindi occorre liberare banda a questa evoluzione tecnologica che si presenta come la più pervasiva del nostro tempo. Ormai è iniziata la fase di sperimentazione del 5G che annuncia la sua nascita ufficiale nel 2020.
Ecco perchè l’Europa ha destinato alle reti 5G le bande seguenti:
• Banda 3,4-3,8GHz
• Banda 24,5-27,5 GHz
• Banda dei 700MHz (700-896MHz)
L’Italia, che parte da una situazione radiofrequenziale molto più complessa, nella legge di bilancio 2018, prevede l’assegnazione (tramite asta) delle seguenti bande:
• Banda dei 26GHz: 24,5 – 26,5 GHz (occupata da WLL fino al 31 dicembre 2022) e 24,5-27,5GHz già disponibile
• Banda 3,4-3,8 GHz: 3,4-3,6 GHz (occupata da WiMax fino al 2023 e 74MHz oggi destinata ancora al ministero difesa), 3,6-3,8 GHz (è iniziata la liberazione dai ponti di collegamento fissi che la utilizzavano fino ad oggi)
• Banda 700MHz: utilizzabile dopo il 2022 o secondo la tempistica prevista dal ministero al giugno 2018
In Italia si destinano 100MHz della banda 3,7-3,8GHz alla realizzazione delle prime reti sperimentali fin da oggi autorizzate in 5 città pilota: Bari, Matera, L’Aquila, Prato e Milano.
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